(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 70

 

 

DIETRO LE SBARRE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

                        Elektra Natchios arriva da Las Vegas a New York su un volo speciale del Servizio Federale Trasporto Prigionieri, meglio noto con il nomignolo Con Air, un giovedì estivo. Consapevoli della sua pericolosità gli agenti hanno provveduto a legarla in modo da impedirle ogni movimento nello stile di Hannibal Lecter nel film “il silenzio degli Innocenti”. Nello stesso volo si trovano, a titolo di cortesia, la superspia e talvolta supereroina nota come Vedova Nera ed il suo compagno, l’eroe mascherato Devil, responsabili della cattura di Elektra.[1] che sono a bordo anche per sorvegliarla. Le autorità federali erano restie a concedere loro il passaggio ma Natasha Romanoff ha fatto valere la sua tessera di Vendicatore ed i suoi legami con lo S.H.I.E.L.D.

            La killer a pagamento non si è opposta all’estradizione ed il trasporto è stato organizzato molto rapidamente. A New York la aspettano multiple accuse di omicidio.

            L’aereo atterra in orario all’aeroporto e la prigioniera viene scaricata letteralmente circondata da agenti armati.

-Mi raccomando…- dice l’Ispettore Sam Gerard del Servizi degli U.S. Marshall ai suoi agenti -… non voglio un altro fiasco come quello del Teschio Rosso.[2] Se vi fate ammazzare la prigioniera o ve la fate scappare, avrò la vostra testa, potete starne certi.-

            Senza darlo troppo a vedere, Devil usa i suoi supersensi per scrutare la zona.

-Nessun pericolo vicino… per ora.- sussurra alla Vedova Nera.

-Meglio così.- replica Natasha con lo stesso tono di voce –Vorrei potessi vederla, Matt: c’è uno sguardo nei suoi occhi… non è rassegnazione di certo.-

-La rassegnazione non è nel suo stile. La conosco: non si arrenderà mai.-

            Elektra viene caricata su un furgone che parte rombando. Destinazione: il Centro Metropolitano Federale di Detenzione nel centro di Manhattan.

 

            In una casa di Brooklyn. Un gruppetto eterogeneo di persone composto da un uomo di colore che indossa un paio di jeans ed una maglietta gialla, un’attraente donna di colore dalla pettinatura afro, una ragazza da lunghi capelli rossi che indossa una tuta bianca aderente, un asiatico ed una ragazza dai capelli biondi tagliati corti, sta facendo colazione quando il notiziario del mattino attrae la loro attenzione.

<<… catturata da Devil, Elektra Natchios è stata trasferita nell’ala di massima sicurezza del carcere federale di Manhattan. Ricordiamo che l’ereditiera greca è accusata di essere una pericolosa killer a pagamento ed è sospettata di aver ucciso…>>

-Hanno preso Elektra.- si lascia sfuggire il Coreano King Lau.

-Proprio adesso che avevamo saputo che non c’è più una taglia sulla nostra testa.- commenta Konnie Weiss.

            Luke Cage riflette: a lui è capitato di essere condannato ingiustamente e passare anni in un carcere di massima sicurezza e sente un istintivo moto di solidarietà verso Elektra ma lei è probabilmente colpevole. Guarda le sue amiche Misty Knight e Colleen Wing e comprende che si chiedono la stessa cosa.

-Mio Dio- esclama un uomo che è appena arrivato: un nero la cui muscolatura rivaleggia con quella di Cage con i capelli raccolti a coda di cavallo e lunghi baffi.

            McKinley Stewart, ex sfidante per il titolo dei Pesi Massimi, ha condiviso con Elektra Natchios momenti di intimità e non è strano che sia così colpito.

-Bisogna aiutarla.- afferma.

 

            Nina McCabe, alias Belinda Swann, alias Cigno Nero, sta finendo il suo solito ciclo di allenamenti mattutini quando sente la notizia alla radio:

<<… accusata di aver assassinato il dittatore del Rhapastan. Ci sono molti punti oscuri nella vita di Elektra Natchios che fino a pochi anni fa era creduta morta…>>

            Elektra catturata, prigioniera a New York. Nina non ha bisogno di pensarci troppo. Sa esattamente cosa deve fare: liberarla.

 

 

2.

 

 

            Los Angeles. La ragazza dal costume rosso simile a quello di Iron Fist salta giù dal tettuccio di un’auto della Polizia per trovarsi sotto la mira di un po’ di poliziotti.

-Calma gente.- si rivolge loro –Io sono una dei buoni… ah sembrava meno stupida prima che la dicessi.-

-Diamoci una calmata gente.- dice un uomo dai capelli biondi facendosi largo tra i poliziotti per fermarsi proprio davanti alla ragazza in costume –Io sono il Comandante Alexander Walsh della Polizia di Los Angeles e tu chi saresti? Non uno dei Vendicatori[3]direi. Non mi pare di averti mai visto prima… anche se il tuo costume ha qualcosa di familiare.-

-Io… uh…- Miranda Rand sembra confusa. In effetti non ha ancora pensato ad un nome in codice da usare quando è in costume… o meglio: nessuno di quelli che le sono venuti in mente la soddisfa.

-Beh… non è che m’importi in fondo. Qui abbiamo una situazione seria: un gruppo di rapinatori che hanno preso in ostaggio impiegati e clienti di una banca e non ci servono buffoni in costume a complicarci la vita.-

            Una nebbia verde si condensa accanto a Walsh assumendo la forma di un uomo calvo vestito con una tonaca verde.

-Potremmo essere molto utili, invece.- dice.

            Walsh ha uno scatto ed esclama:

-E tu chi saresti?-

-Ho avuto molti nomi, ma quello a cui rispondo in questi giorni è: Principe degli Orfani.-

-Ma sul serio? Beh, signor Principe, sarà meglio ce tu e la sua amica non interferiate in questa faccenda o…-

-Signore!- urla uno degli agenti.

            Walsh si volta e vede che Miranda è saltata oltre il cordone della Polizia e sta correndo verso la banca. Un poliziotto la prende istintivamente di mira ma l’ufficiale lo ferma.

-Buono idiota. Vuoi che quelli là dentro pensino che li stiamo attaccando e facciano una strage di ostaggi? E poi… lei è pur sempre dalla nostra parte. Non è così amico?-

            Walsh si volge verso il Principe degli Orfani ma questi è ormai scomparso.

Oh beh, pensa l’ufficiale di Polizia, speriamo almeno che non combinino danni.

 

            Se l’uomo che chiamano il Gatto prova delle emozioni in questo momento, non traspariscono affatto dall’espressione del suo volto mentre sveglia l’uomo chiamato Spaccateste.

-Dove sono?- chiede questi accorgendosi di essere legato ad una sedia.

-In un posto sicuro.- risponde Shen Kuei.

-Che cosa vuoi da me?-

-Risposte… risposte su chi vuole morti me e la mia famiglia.-

-Da me non saprai nulla.-

-Io scommetto di sì.- è la calma replica del Gatto.

 

            Il Centro Metropolitano Federale di Detenzione si trova proprio nel cuore giudiziario di Manhattan, di fronte ad uno dei due Palazzi di Giustizia federali e di fianco all’altro. Ospita 781 detenuti sia maschi che femmine, in attesa di giudizio davanti alla Corte Federale per il Distretto Sud dello Stato di New York oppure che stanno scontando una pena breve. Al livello di massima sicurezza sono ospitati i detenuti giudicati molto pericolosi. Elektra Natchios è tra questi.

            L’hanno messa in una cella speciale dove i contatti con l’esterno praticamente non esistono e quelli col personale sono ridotti al minimo. Ovviamente è impossibile evitare tutti i contatti.

-Natchios…hai visite.-

            Elektra alza la testa non c’è ombra di curiosità nella sua voce mentre chiede:

-Una visita e di chi?-

-Il tuo avvocato.-

-Io non ho un avvocato.-

-Dillo a lui. Vieni.-

            Elektra viene ammanettata mani e piedi e scortata sino ad una stanza divisa in due da un tramezzo di metallo ed uno spesso vetro antiproiettile assolutamente infrangibile.

            Dall’altro lato un uomo apparentemente della sua stessa età. Accanto a lui un uomo massiccio dalla pelle scura e lunghi baffi. Vedendolo la maschera di impassibilità di Elektra si incrina.

-Mac!- esclama –Non dovevi venire qui.-

-E invece dovevo.- ribatte McKinley Stewart –Non potevo lasciarti sola nei guai in cui ti trovi.-

            Elektra sospira e si rivolge all’altro uomo.

-Lei è…?-

            L’altro si schiarisce la voce e risponde:

-Buongiorno Miss Natchios. Mi chiamo Timothy Byrnes e sono il suo avvocato.-

-L’ho già detto al secondino: io non ho un avvocato.- replica quietamente lei -Non ne ho bisogno.-

-Il fatto che lei lo dica, è la prova del contrario. Sia saggia e mi dia ascolto.-

-Chi la paga: Mac?-

-Non credo abbia molta importanza.-

-Per me ne ha molta invece. Mac non sprecare i tuoi soldi in questo modo.-

-Non sono sprecati, baby…- ribatte Mac -… e poi sono i miei soldi ne faccio quel che voglio.-

-Non mi serve un avvocato: sono colpevole e sarò condannata. Questo è tutto.-

-Questo è ancora da vedersi invece.- insiste Byrnes –Mi dia una possibilità e forse la tirerò fuori da qui… legalmente.-

-Dagli retta Elektra, per favore.- aggiunge Stewart –Che hai da perdere in fondo?-

-Nulla.- ammette Elektra –Va bene: faremo a modo vostro… ma solo perché me lo chiedi tu Mac.-

            Per la prima volta da tempo McKinley Stewart si concede un sorriso.

 

 

3.

 

 

            Quando si sveglia Joy Meachum trova Paladin seduto davanti ad un computer.

-Che stai combinando Paul?- gli chiede.

-Sto lavorando per te, tesoro.- risponde lui continuando a digitare.

-Stando al computer? Che bel modo di fare la guardia del corpo.

-Mi pare che tu non abbia nulla da lamentarti di come mi sono preso cura del tuo corpo stanotte. In ogni caso, stavo chiedendo alla comunità dei mercenari se c’erano notizie sul contratto sulla tua bella testolina.-

            Joy alza dal letto e si avvicina alla postazione dove siede Paladin.

-Ignorerò le tue battute sessiste, almeno per ora.- gli dice –Davvero esiste una comunità virtuale dei mercenari?-

-Certo.- replica Paladin –Nei sei sorpresa? Comunque nessuno ne sa molto, anche se uno dei miei contatti in Oriente suggerisce il nome della Triade[4] del Drago Nero, ma questo lo sapevamo già… come il fatto che Jeryn Hogarth è uno dei bersagli.-

-O Mio Dio… Jeryn! Non ci avevo pensato. Anche lui è in pericolo.-

-Tranquilla, è al sicuro. Di lui si stanno occupando delle guardie del corpo speciali, del tipo che piace a lui: due belle donne… belle ma molto toste.-

-Le Figlie del Drago?-

-Vedo che il tuo cervello funziona bene. Ora fammi fare una cosa: voglio occuparmi del grande capo della Wai-Go in persona, il gentile Mr. Xao. Voglio fissare un appuntamento con lui.-

-Perché? Se è lui il mandante di quelli che vogliono ucciderci perché stuzzicarlo?-

-Perché non mi piace giocare in difesa e voglio portare allo scoperto lui e quelli per cui lavora. Scopriranno di avere per le mani più di quanto sono disposti a pagare, fidati.-

-Ho scelta?-

            Il silenzio di Paladin dice a Joy più di mille parole.

 

            Eric Slaughter è un uomo molto anziano che ne ha viste molte nella sua lunga vita. Prima di ritirarsi ufficialmente in pensione era il capo rispettato di una sorta di Anonima Omicidi che forniva sicari a pagamento al miglior offerente ed ancor oggi non è raro che le organizzazioni criminali e perfino le forze di Polizia si servano di lui come consulente.

            Un uomo simile è difficile che si sorprenda per qualcosa ormai, compreso il ritrovarsi con un’affilata lama puntata alla gola mentre è seduto alla scrivania del suo ufficio ed una voce femminile alle sua spalle gli dice:

-Dovrei ucciderti, vecchio.-

-Cigno Nero.- mormora Slaughter –Se vuoi uccidermi, fallo pure. Alla mia età la morte non fa più tanta paura ormai.-

-Tutti vogliono vivere più a lungo, vecchio ed io scommetto che non sei ancora pronto a morire.- replica con durezza Nina McCabe.

La ragazza si muove lentamente facendo girare contemporaneamente la poltrona executive sino a trovarsi faccia a faccia col vecchio gangster, che non mostra segni di paura mentre ribatte:

-Perché vorresti uccidermi ragazza?-

-Lo sai, mi hai fatto agire come un burattino agli ordini dell’uomo che aveva rovinato la vita di Elektra.-

-Erano solo affari, figliola… e ti avevo avvertito dei rischi che correvi, ricordi? Non eri pronta per questo lavoro… non come lo sei ora. Ma non è per uccidermi che sei davvero qui oggi, non è vero? O l’avresti già fatto. Cosa vuoi veramente?-

            Nina sospira ed abbassa la katana.

-Aiuto… aiuto per far fuggire Elektra dalla prigione in cui è rinchiusa.- dice.

            Slaughter sorride.

-Si può fare…- replica -… ma io ho un’idea migliore e più adatta alle tue capacità. Vuoi sentirla?-

            Un attimo di silenzio, poi Nina pronuncia una sola parola:

-Parla.-

 

            Miranda Rand ha raggiunto il tetto della banca ed ora, nascosta, sta fissando i due rapinatori armati davanti a lei. Sono stati furbi a mettere qualcuno di guardia, pensa, ma hanno sottovalutato la possibilità di trovarsi di fronte un avversario del suo calibro: qualcuno capace di muoversi senza alcun rumore, capace di sorprenderli.

            Salta colpendone uno al collo con un calcio ed abbattendolo silenziosamente. Il secondo si volta di scatto riscendo solo a dire.

-Ma cosa?-

            Un colpo di taglio alla carotide lo stende prima che possa dare l’allarme. Miranda lo ignora e si dirige al lucernario.

 

 

4.

 

 

            Anche una detenuta classificata come pericolosa come Elektra ha diritto alla sua ora d’aria nel cortile interno della prigione. Normalmente, secondo le regole, dovrebbe essere sola, ma oggi qualcosa non ha funzionato a dovere perché nel cortile ci sono altre prigioniere, tutte vestite con la tradizionale divisa arancione.

            Elektra si tiene in disparte finché una giovane donna bionda la raggiunge.

-E così tu sei davvero Elektra Natchios.- le dice –Dicono che tu sia molto pericolosa.-

-Sì… così dicono.- risponde la Greca senza alzare la testa.

-Dicono che sei una ninja, che puoi entrare e uscire da dove ti pare, apparire dal nulla e scomparire nelle ombre e fare giochetti con la mente dei tuoi avversari.-

            Elektra accenna un sorriso.

-Non dovresti credere a tutto quello che senti, Angela.-

            Un’espressione di assoluto stupore si dipinge sul volto della bionda.

-Tu… sai come mi chiamo?-

            Elektra solleva la testa e la fissa negli occhi.

-Angela Golden, ma ti fai chiamare Golddigger, soprannome appropriato, direi.[5] Hai lavorato per Damon Dran poi sei diventata la seconda in comando di Superia… e anche altro, si dice. Sei stata catturata dalla nuova Capitan America mentre il vostro esercito di donne cercava di conquistare uno staterello dei Caraibi per fondare una specie di utopia femminista[6]. Sei stata presa in custodia dallo S.H.I.E.L.D. che a quanto pare ti ha scaricato alle autorità federali americane che ti ricercavano per atti di terrorismo.-

-Sai davvero un sacco di cose.- commenta, impressionata Angela Golden –Allora non sbagliavo nel pensare che potresti esserci utile.-

-Per l’evasione che tu e le tue amiche state progettando? Non, non stupirti… è così trasparente.-

            Mentre parlano una donna massiccia e muscolosa si è avvicinata ed ora afferra Elektra per il collo cominciando a schiacciarle la trachea.

            Le cose si svolgono troppo veloci perché i presenti ricordino con precisione così è accaduto, fatto sta che l’assalitrice si ritrova a terra ed Elektra è in piedi sopra di lei con appena un po’ di fiatone.

-Forse dovremmo parlare del tuo progetto, Angela.- dice infine rivolta a Golddigger.

 

            Miranda Rand è penetrata silenziosamente nell’edificio ed ora controlla la sala principale, dove sono radunati gli ostaggi. Il problema è come intervenire facendo in modo che i banditi non se la prendano coi prigionieri.

-Io mi occupo di quelli con gli ostaggi, tu pensa agli altri.- sussurra una voce alle sue spalle.

-John...- ribatte Miranda con lo stesso tono -… mi hai quasi spaventato.-

-E pensa come la prenderanno quelli là dentro quando apparirò loro davanti da nulla.- replica John Aman, il Principe degli Orfani - Non mi chiamavano la Nebbia Verde della Morte solo per scherzare.-

-Ti chiamavano come?-

            Aman non la sente, è già scomparso, diventando nebbia impalpabile che si condensa attorno ad uno degli uomini che minacciano gli ostaggi. Le braccia di Aman si solidificano attorno al collo del bandito stringendolo.

-Noo.., cosa?-

            Come previsto da Aman il secondo bandito dimentica gli ostaggi per sparargli contro. I proiettili passano attraverso la diafana figura in tunica verde ma non attraverso il suo stesso complice dietro.

            Aman avanza simile ad uno spettro mentre Miranda si fionda nella stanza con un grido e stende con un calcio uno dei banditi, poi si gira su se stessa e stende anche il secondo.

            Questa gente non durerebbe cinque secondi a K’Un Lun, pensa la ragazza, poi si gira e prima che un altro bandito possa sparare il suo pugno destro si illumina. Quando colpisce il fucile dell’avversario lo ridice in cenere mentre l’uomo è scagliato contro una parete dal contraccolpo.

Miranda sorride compiaciuta ma il sorriso le muore sulle labbra quando sente un urlo ed una voce che esclama:

-Indietro o la uccido!-

            L’ultimo bandito rimasto ha raggiunto un ostaggio, una donna, e se ne fa scudo puntandole una pistola alla tempia.

-No, non lo farai.- afferma il Principe degli Orfani –Non lo farai perché non sei stupido. Sai benissimo che sia io che la mia amica possiamo disarmarti prima che tu possa sparare ma anche se ti lasciassimo uscire, credi che i cecchini della Polizia e del F.B.I. ti farebbero fare molta strada? E se la uccidi sei morto: non arriveresti al marciapiedi senza essere crivellato di proiettili. Ne varrebbe la pena? Finora sei colpevole solo di tentata rapina e sequestro di persona. Ti darebbero vent’anni ed in dieci con la buona condotta saresti fuori, ma se premi quel grilletto e poi ti catturiamo… passerai anni nel braccio della morte sperando in un ricorso mentre ti chiedi se troveranno un medico disposto a supervisionare l’iniezione letale. Reggeranno i tuoi nervi?-

            L’uomo tace poi dopo pochi secondi lascia cadere la pistola. La donna in ostaggio corre verso Miranda mentre Aman raccoglie l’arma da terra.

-Non hanno retto neanche per un minuto, pare.- commenta.

 

            Barry Lawton è un agente di Borsa molto rispettato specie da quando il suo socio, dalle discutibili abitudini sessuali, è morto. Certo… ora tocca a lui, un’indagine della S.E.C.[7] per insider trading, ma ha già patteggiato col Procuratore Federale: l’immunità per l’insider trading ed una condanna mite per aver commissionato l’omicidio del suo socio in cambio della testimonianza contro Elektra Natchios. Non avrebbe dovuto usare l’account di posta dell’ufficio per contattarla, è stata una leggerezza imperdonabile, ma sopporterà dieci anni in un carcere di minima sicurezza e quando sarà uscito…

            Una mano lo afferra da dietro e lo sbatte contro la finestra del suo ufficio. Qualcosa di molto affilato gli punge la schiena ed una voce di donna alle sue spalle, una donna molto giovane gli pare, gli sussurra:

-Mi dispiace, ma sei sulla lista.-

            Un attimo dopo i pochi passanti di Wall Street a quest’ora odono un urlo e vedono un uomo cadere dal trentesimo piano. Dopo che ha raggiunto il suolo non rimane molto di lui per identificarlo a vista o per stabilire se è stata la caduta o qualcos’altro ad ucciderlo.

            Sorprendentemente nel pugno della mano destra stringe ancora qualcosa: un cartoncino con sopra disegnato un cigno nero.

 

 

 

5.

 

 

            Los Angeles. Quando rientra nella suite prenotata da suo fratello Danny, Miranda Rand è decisamente eccitata e si sente un po’ delusa di trovarla vuota. Apparentemente Danny ed i suoi amici sono tutti fuori a divertirsi come ha fatto lei… chissà se allo stesso modo?

            Si sfila la bandana che usa come maschera e lascia liberi i lunghi capelli biondi.

-È stato fantastico!- esclama.

-Anche se potevi rimetterci la vita?- le chiede il Principe degli Orfani.

-Quello… quello è stato ancora più eccitante. Capisco perché Danny e gli altri eroi mascherati lo fanno. L’eccitazione del pericolo è… è…-

-Intossicante.- finisce la frase per lei John Aman –Ne so qualcosa io stesso. Rischi di dimenticare che in teoria dovresti farlo per altruismo… per aiutare gli altri.-

            Miranda scuote la testa e replica:

-Devi sempre indossare quella tonaca? Mi sembra di parlare ad un monaco… anche per come parli a dire il vero.-

-Se è solo questo…-

            Aman si sfila la tonaca rivelando il costume che aveva nei suoi giorni come Amazing Man: pantaloncini e stivali neri e due bretelle bianche che si incrociano sul petto nudo e su cui è appuntato uno scudo rosso con una A bianca.

-Così va decisamente meglio.- commenta Miranda avvicinandosi a lui e cingendogli il collo con le braccia –Non capisco perché ti ostini a nascondere un fisico così sotto quell’affare.-

-Ti avverto ragazza, sono molto più vecchio di te.-

-Anch’io sono più vecchia di quel che sembro.- replica Miranda, poi lo bacia.

 

            Hong Kong. Quando sente scattare la serratura del portone Rick Mason estrae la pistola ed è solo quando riconosce il padrone di casa, il Gatto, che si rilassa.

-Sono lieto di vedere che prendi molto sul serio il tuo dovere di protettore di mio figlio e di Juliette.- gli dice Shen Kuei.

-Prendo sempre sul serio i miei incarichi.- replica Mason –Hai saputo qualcosa?-

-Dopo.-

            Con calma il Gatto si reca nel salone dove si trovano suo figlio Marcus e la sua ex moglie Juliette.

-Papà!- esclama il bambino correndogli incontro e lui lo solleva ridendo-

            È quasi incredibile, pensa Rick, a vederli così possono sembrare una famiglia normale, qualcosa che io non avrò mai probabilmente. Il massimo a cui posso aspirare è qualche relazione occasionale. Vorrei diversamente? Chi può dirlo?

            Shen Kuei aspetta che suo figlio sia andato a letto prima di parlare:

-In fondo è una storia già sentita: qualcuno dei miei vecchi compagni dei Servizi Segreti Cinesi pensa che io sia un pericolo per la sicurezza di un vecchio piano che stanno per mettere in atto e ha deciso di eliminare me e chiunque mi fosse vicino per paura che sapesse troppo.-

-Già… la solita vecchia storia.- commenta Juliette -… ma non deve piacermi.-

-Cosa conti di fare adesso?- gli chiedo.

-Portare la guerra a casa del nemico.- è la semplice risposta.

 

            New York. Elektra Natchios siede nella sua cella solitaria nella posizione del loto, immersa in quella che sembra una profonda meditazione. Apparentemente non si accorge nemmeno del fatto che la porta della cella si sta aprendo lentamente e che una donna dai capelli neri che indossa un attillato costume rosso porpora si è introdotta dentro senza rumore e sta abbassando uno stiletto verso la sua schiena.

            Apparentemente, perché la sua mano destra si muove rapida a serrare il polso dell’assalitrice per poi rovesciarla sul pavimento.

-Hai sbagliato i tuoi calcoli.- le dice alzandosi.

-Tu. - esclama l’altra –Sei davvero brava… ma lo sono anch’io. -

            Le sue gambe scattano intorno al collo di Elektra cercando di serrarle la gola ma la ninja si getta all’indietro sbilanciandola.

-Sì… sei brava, Delilah… ma non abbastanza, temo.- le dice con calma.

-Mi conosci?- esclama la giovane assassina –Sono davvero lusingata, sai? Tu sei una vera leggenda tra noi assassine a pagamento… ma presto sarai una leggenda morta.-

-Ci sono già passata… e non mi è piaciuto… e tu parli troppo.-

            Delilah le lancia contro due affilati pugnali ma Elektra li afferra a mezz’aria rilanciandoglieli contro. Le lame si conficcano nelle spalle di Delilah strappandole un urlo. Elektra approfitta del suo smarrimento per sferrarle un colpo di taglio al collo.

-Forse dovrei ucciderti…- mormora Elektra mentre la sua avversaria cade svenuta -… ma se vivi, forse imparerai la lezione.-

            Gli Agenti di Custodia irrompono nella cella.

-Che tempismo.- commenta la ninja greca –Stavate aspettando di vedere se riusciva davvero ad uccidermi?-

-Non capisco cosa intendi dire Natchios.- replica l’ufficiale in comando –L’allarme non ha funzionato e siamo accorsi non appena abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava.-

-Certo… certo.- Elektra indica Delilah svenuta –Le sue ferite sono superficiali. Dopo che l’avrete fatta medicare mi auguro che abbiate una cella libera per lei.-

            Lascia che la portino via, poi, quando è di nuovo sola nella cella sussurra:

-Devo proprio andar via di qui.-

            Costi quello che costi.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Decisamente poco da dire su questo episodio:

1)     L’Ispettore degli U.S. Marshall Sam Gerard è un personaggio creato da me e basato sull’omonimo personaggio interpretato da Tommy Lee Jones nei film “Il fuggitivo” e “U.S. Marshals: caccia senza tregua”.

2)     Il Comandante Alexander Walsh del Dipartimento di Polizia di Los Angeles è staro creato da Michael Fleisher & Frank Springer in Spider Woman 1° Serie #21 del dicembre 1979.

3)     Delilah è un personaggio creato da Tom De Falco & Mark Bagley su Amazing Spider Man #414. Oltre ad essere un’esperta combattente ha anche la strana caratteristica di evidenziare alcune parole con un tono particolare di voce reso nel testo con un carattere corsivo e vari colori. Prima di tentare di uccidere Elektra si era scontrata con Devil e la Vedova Nera su Devil #68.

4)     Nota di continuity: su Devil #68 è possibile vedere la vicenda di Elektra dal punto di vista di Matt Murdock.

Nel prossimo episodio: un tentativo di evasione, una serie di omicidi, le Armi Immortali si divertono e tanto altro.

 

 

Carlo

Carlo



[1]  Vedi scorso episodio

[2]  Su Vendicatori #90.

[3]  Intende un membro della Sezione Costa Ovest

[4]  Organizzazione criminale cinese

[5]  Letteralmente “Scavatrice d’oro”,  in senso figurato “Cacciatrice di dote”.

[6]  Su Capitan America MIT

[7] Securities and Exchange Commission la commissione che vigila sulla regolarità delle operazioni di Borsa.